L'IGNORANZA del calligrafo si stabilisce in un esercizio di ritrazione, di passività di fronte al segno così tante volte ripetuto alla ricerca della corrispondenza. La mano del calligrafo s'inserisce nel segno altrui (o nella sequenza infinita dei segni universali) per portarlo a sé, travasarlo nel hic et nunc dell'atto di scrittura rinnovato. L'occhio attento può riconoscere le sbavature, le imperfezioni, (individuali e anonime) del segno trascritto, che lo trasformano e lo rendono proprio.

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