IL VECCHIO SGRANAVA le ore del giorno in riva al fiume, seduto sempre sulla stessa roccia, gli occhi vigili ai movimenti impercettibili dell'acqua che scorreva. Dall'alba al tramonto viveva la solitudine della guardia e ogni notte scompariva nel buio, destinato all'ignoto.

Solo un ragazzo si avvicinava, di tanto in tanto, per lasciare del cibo o un accenno di saluto. E come accade a volte, quello sporadico gesto di carità divenne una consuetudine. Giorno dopo giorno il ragazzo diventava sempre meno ragazzo e il vecchio sempre più vecchio e insieme condividevano le ore del pranzo nel silenzio del fiume che scorreva.

Poi un giorno il vecchio si alzò e con un cenno cedette il proprio posto al ragazzo che ormai era un uomo. Sei pronto. È giunto il tuo momento, disse. Che l'acqua non scorra mai indietro, disse. E quelle, forse, furono le uniche parole che pronunciò in tutta la sua vita. Poi scomparve nel meriggio, destinato all'ignoto, lasciando il giovane a sgranare le ore del giorno in riva al fiume, seduto sulla stessa roccia, gli occhi fissi sull'acqua che scorreva.

(Il guardiano dell'acqua)

3 commenti:

  1. Sei musicale nello scrivere, come se tu seguissi una melodia.

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  2. Troppo gentile Isobella!Magari fosse come dici, in tal caso non farei tutta questa fatica per buttare giù due righe :)

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    1. Il bello è questo, far sembrar semplici le cose che non lo sono...

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